Dolci tentazioni o dolci pericoli?

Invitanti, profumate, di tutti i colori e di tutte le forme, attraggono da sempre grandi e piccoli. Che sia per un piccolo spuntino, una sfiziosa pausa o un piacevole passatempo durante un film o una passeggiata, le caramelle hanno milioni di fan un po’ ovunque. Le troviamo confezionate o sfuse, nei supermercati, nei negozi di dolciumi, nei cinema, sulle bancarelle, in grandissimi espositori in cui ci si può servire autonomamente. Ma cosa sappiamo effettivamente su di loro? Quali sono le condizioni di conservazione e di offerta più idonee a garantire la sicurezza di questi alimenti?

Se per le caramelle confezionate ci auguriamo che vengano seguite, negli stabilimenti, le giuste prassi di produzione e confezionamento, per le caramelle vendute sfuse negli espositori self-service, qualche dubbio sulla sicurezza alimentare e la corretta applicazione del sistema HACCP in questi casi potrebbe sorgere.

La prima questione da approfondire è se le condizioni di conservazione e di offerta sono adeguate ad impedire possibili contaminazioni di tipo fisico, biologico e microbiologico. In termini più concreti la questione rimane nelle mani degli ispettori sanitari, i quali hanno il compito di verificare l'idoneità delle misure applicate negli esercizi commerciali: la regolare pulizia degli spazi di vendita e dei contenitori attraverso la corretta attuazione del sistema HACCP; l'analisi e il monitoraggio dei rischi; la formazione dei dipendenti.

Ma cosa contengono questi sfizi golosi? Se vogliamo appurare la loro sicurezza, dobbiamo accertarci non solo di come e dove questi prodotti ci vengono venduti ma anche della loro composizione. La direttiva europea riguardante l’etichettatura (dir. 2000/13/CE, recepita in Italia con d.lgs. 27.1.92 e successive modifiche), infatti, prescrive di informare i consumatori sulle caratteristiche dei prodotti, anche nell'ipotesi in cui essi siano venduti sfusi, come in questo caso le caramelle. Quando gli alimenti sono privi di imballaggi e di etichette l'elenco degli ingredienti deve essere riportato su un cartello, dove compaiono anche gli eventuali allergeni (es. latte, cereali contenenti glutine, uova, anche in tracce o in forma derivata).

E se guardiamo le etichette con occhio critico non possiamo non soffermarci sulla grande quantità di coloranti, additivi e conservanti che questi prodotti contengono. Seppure sempre entro i limiti di legge, la presenza di questi composti fa destare non poche preoccupazioni, se consideriamo inoltre il fatto che una buona parte dei consumatori di questi prodotti sono bambini. Nonostante i quantitativi presenti non rappresentino di per sé un pericolo per la salute del consumatore, la presenza di più coloranti nello stesso prodotto e l’insieme di tutti gli altri i coloranti presenti in altri alimenti assunti quotidianamente (bevande aromatizzate, dessert, gomme da masticare, ecc.) fa tenere alta la soglia di attenzione, soprattutto sull’eventuale comparsa di allergie non solo nei confronti di prodotti di sintesi ma anche verso coloranti naturali.

Federica Tavassi
Consulente HACCP
Associazione Italiana Consulenti Igiene Alimentare
Roma, 19 dicembre 2012

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