Mosche: ciclo vitale, aspetti ecologici e metodi di controllo delle infestazioni.
I principali agenti infestanti dell’industria alimentare si possono suddividere in 4 macrocategorie: roditori, insetti striscianti, insetti volanti e volatili. Fra gli insetti volanti, i più pericolosi per la sicurezza alimentare sono sicuramente le mosche in quanto potenziali vettori di numerosi agenti patogeni. Appartenenti all’Ordine dei ditteri, presentano un ciclo vitale di durata variabile che va da un minimo di 10 a un massimo di 15 giorni in estate e passa attraverso 4 fasi: uovo, larva, pupa e adulto. La lunghezza del ciclo dipende molto dalla temperatura ambientale tanto che in climi freschi (15 °C circa) può durare fino a 50 giorni.
Le uova vengono deposte ovunque ci siano accumuli di materiale organico, in gruppi da almeno 100 uova. Nella stagione calda questo può ripetersi ogni 2/4 giorni. Le larve per il loro accrescimento prediligono temperature molto vicine ai 40°C e ambienti in cui sono in atto processi di fermentazione. Successivamente esse smettono di nutrirsi e si nascondono nel terreno passando allo stadio di pupa. Gli adulti vivono da 1 a 3 mesi e le femmine sono in grado di produrre uova già 48 ore dopo l’uscita dall’involucro.
Soprattutto nel periodo della riproduzione le mosche vengono attratte da materiali caldi e umidi , ma si posano indistintamente su cibi solidi o liquidi, sani o in putrefazione. Costituiscono quindi un grande pericolo per la sicurezza alimentare in quanto vettori di numerosi malattie, quali gastroenteriti, tubercolosi, colera, tifo e salmonella, che possono trasmettere ai cibi tramite le loro numerose deiezioni (fino a 60 al giorno) e tramite la loro abitudine di rigurgitare durante il pasto.
Le infestazioni sono molto difficili da combattere in quanto la mosche sono in grado di sviluppare numerose generazioni che spesso si accavallano, soprattutto d’estate.
Purtroppo i trattamenti che vengono eseguiti sugli adulti limitano solo temporaneamente i disagi; infatti spesso si tende a cercare i siti di sviluppo, quali accumuli di sostanza organica marcescente, deiezioni e rifiuti, e si trattano con sostanze particolari che bloccano lo sviluppo delle larve.
L’arma migliore resta comunque la prevenzione. Nelle aziende alimentari quali macelli, caseifici, supermercati, centri cottura e ristoranti, devono infatti essere presenti sistemi di protezione come retine anti-insetto, trappole luminose a pannelli collanti e porte ad aria.
Queste ultime sono dei ventilatori posti sopra all’apertura da proteggere che dirigono un flusso d’aria compatto verso il basso e verso l’esterno dell’edificio. L’inclinazione e l’intensità sono tarati al fine di impedire l’ingresso degli insetti volanti che tentano di entrare attraverso l’apertura. Si tende a non collocare tali dispositivi vicino a derrate fresche in quanto rischiano di subire una parziale disidratazione.
Le trappole luminose invece sfruttano la predilezione per la luce da parte delle mosche, soprattutto a particolari lunghezze d’onda. Esse possono essere anche utilizzate come semplice strumento di monitoraggio della popolazione infestante presente in azienda. Il loro collocamento migliore è a circa 1,5 m da terra, lontano dalle aperture come porte e finestre, in modo da non attirare le mosche dall’esterno.
Dopo aver indagato su quali siano le superfici dell’edificio che ospitano le mosche durante la notte, si può pensare anche all’applicazione in loco di insetticidi ad azione residuale che abbiano quindi più probabilità di un contatto di maggiore durata tra insetto e insetticida.
Dott.ssa Isabella De Vita
Consulente HACCP
Associazione Italiana Consulenti di Igiene Alimentare