L’EFSA: come opera per la sicurezza alimentare dei consumatori
L’EFSA è l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare che rappresenta, dal 2002, uno strumento aggiuntivo per la tutela del consumatore dai rischi legati all’alimentazione, fornendo consulenza scientifica indipendente ai responsabili decisionali che regolamentano la sicurezza alimentare.
Alla fine degli anni Novanta, infatti, a seguito di ripetuti allarmi alimentari si è deciso di istituire l’EFSA, come organo indipendente volto al miglioramento globale della sicurezza alimentare nell’intera Unione Europea. L’EFSA infatti si propone principalmente di rilasciare consulenze e pareri scientifici, restando però in stretta collaborazione con le autorità competenti nazionali e in aperta consultazione con le parti interessate, in modo da comunicare in maniera chiara su rischi esistenti e/o emergenti nel mercato dei prodotti alimentari. Nonostante l’Autorità Europea operi nel settore dell’igiene e sicurezza alimentare, non prende in considerazione ne il sistema dell’HACCP ne l’applicazione corretta dei manuali dell’autocontrollo che invece si applicano perfettamente alle dimensioni delle aziende che operano nel settore alimentare.
L’istituzione dell’EFSA invece si posiziona in un quadro molto più globale, in cui migliorare la sicurezza alimentare significa anche assicurare un livello elevato di protezione dei consumatori e mantenere, o nel caso anche ripristinare, la fiducia degli stessi nelle forniture alimentari dell’UE, sfruttando però un approccio totalmente diverso. Sfruttando infatti l’approccio scientifico che deriva dall’attività 10 panel scientifici di esperti che emettono pareri e studi su eventuali criticità, rappresentando una vera e propria eccellenza scientifica.
Gli alimenti europei infatti provengono da un numero sempre maggiore di fonti ed è per questo che è necessario e indispensabile garantirne la sicurezza. In questa panoramica l’EFSA si propone di fornire l’adeguata competenza per la valutazione del rischio, elaborando pareri scientifici e consulenza specialistica per fornire un solido fondamento all’attività legislativa e alla definizione delle politiche in Europa e per consentire alla Commissione europea, al Parlamento europeo e agli Stati membri dell’UE di assumere decisioni tempestive ed efficaci nella gestione del rischio. E’ infatti bene ribadire che l’EFSA si occupa solo della valutazione del rischio e della sua comunicazione alle Autorità competenti e al cittadino stesso, ma senza intervenire nella gestione del rischio vera e propria che resta a carico degli Organi competenti. Il campo d’azione dell’EFSA si estende dalla sicurezza degli alimenti a quella dei mangimi, dall’alimentazione al benessere e la salute dell’uomo e degli animali, fino alla protezione e la salute delle piante.
Tra gli innumerevoli casi in cui è stato richiesto l’intervento dell’EFSA, c’è quello dell’ azione dell’acrilammide. Nonostante sia un caso la cui rilevanza è stata sottolineata già qualche anno fa, rimane al centro dell’attenzione da parte dell’EFSA anche in questi ultimi giorni. L’acrilammide è una sostanza, con effetti potenzialmente tossici, che si forma negli alimenti durante i processi di cottura a temperature molto elevate, come le fritture, le cotture in forno o le tostature (a temperature tra 150 e 180°C), soprattutto nei prodotti ricchi d’amido. La presenza di acrilammide è stata rilevata in prodotti quali patatine, patate fritte a bastoncino, pane, biscotti e caffè. La sua prima scoperta negli alimenti risale all’aprile del 2002, ma è probabile che le persone siano sempre state esposte a questa sostanza.
Vediamo come nel corso del tempo l’EFSA ha affrontato questa problematica. Una dichiarazione dell'EFSA del 2005 rivelò che l'acrilammide rappresenta una potenziale preoccupazione sanitaria, data la sua cancerogenicità e genotossicità riscontrata negli animali da esperimento. La dichiarazione andò a convalidare le conclusioni e le raccomandazioni di una precedente valutazione dei rischi di questa sostanza condotta dal Comitato congiunto di esperti FAO/OMS sugli additivi alimentari, arrivando alla conclusione che l'acrilammide può destare preoccupazioni per la salute umana e che, pertanto, occorre assumere misure opportune per ridurre l'esposizione a questa sostanza. A questo seguì una raccomandazione della Commissione europea del 2007, in cui invitata gli Stati membri a monitorare i livelli di acrilammide per un periodo di tre anni e a presentare all’EFSA i dati ottenuti. Il periodo di monitoraggio si prolungò fino al 2011. Nel 2013, infine, l’EFSA prese in carico la richiesta della Commissione europea di effettuare una valutazione completa dei rischi potenziali per la salute umana derivanti dall’acrilammide presente nei cibi. La valutazione completa del rischio collegato a tale questione scientifica consentirà alle istanze decisionali dell’UE di tenere conto delle ultime scoperte scientifiche utili a gestire i possibili rischi associati alla presenza di questa sostanza nella filiera alimentare. Il gruppo di esperti eseguirà una valutazione della tossicità dell’acrilammide per gli esseri umani e fornirà un aggiornamento della propria precedente stima dell’esposizione dei consumatori tramite l’alimentazione. Gli esperti EFSA si propongono di terminare questa valutazione preliminare, consultandosi anche con il pubblico, verso metà del 2014 e di stendere la versione conclusiva del parere scientifico, pubblicandolo, verso la prima metà del 2015.
Questo è solo un esempio di come opera l’Autorità e della sua importanza nel mantenere sempre alto il livello di conoscenza a servizio della tutela dei consumatori. Guardando al futuro l’EFSA intende essere riconosciuta a livello internazionale come l’organismo europeo di riferimento per la valutazione del rischio nei settori della sicurezza di alimenti e mangimi, del benessere e della salute degli animali, dell’alimentazione, e della protezione e della salute delle piante.
Dott.ssa Federica Tavassi
Roma 14 luglio 2014
Associazione Italiana Consulenti di Igiene Alimentare