Igiene degli alimenti nelle scuole: viene trattata in maniera efficace?

L’igiene degli alimenti è un argomento estremamente importante, ma mai conosciuto in maniera approfondita. Spesso è vittima della diffusione di leggende metropolitane che oltre a creare disinformazione mettono a rischio la salute dei consumatori. Ad esempio spesso si pensa che basta spruzzare un po’ di limone sui molluschi per sentirsi al sicuro da tossinfezioni alimentari, o che lavare la verdura con un po’ di bicarbonato equivalga a una disinfezione con un disinfettante a base di cloro.

La società odierna non contribuisce in maniera positiva ad aumentare il grado di conoscenza dell’argomento, basti pensare anche solo a come vengono progettati i frigoriferi. Ancora oggi, sebbene le norme del sistema HACCP prescrivano chiaramente di posizionare le uova sul ripiano basso del frigorifero, in modo da ridurre al minimo il rischio di contaminazione crociata, gli scomparti per le uova vengono sempre collocati nella parte superiore della porta.

Poiché le cattive abitudini sono sempre le più difficili da correggere, si dovrebbe cominciare in età scolastica a diffondere la cultura di una migliore conservazione degli alimenti. E’ necessario ricordare che la maggior parte dei casi di tossinfezione alimentare è di origine domestica e non è dovuto alla ristorazione collettiva, ambito in cui l’osservanza delle norme HACCP è previsto per legge.

Quante volte le cose che vengono cucinate vengono lasciate raffreddare a temperatura ambiente, magari anche senza un’adeguata copertura? Il rischio di contaminazione e proliferazione batterica in queste condizioni aumenta notevolmente. Probabilmente questo accade perché la maggior parte delle persone non ha ricevuto nessuna educazione sulla conoscenza dell’ecologia microbica.

A tal proposito l’Università di Padova ha recentemente presentato i risultati di due studi effettuati in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie su due importanti riviste del settore: Food Control e Foodborne Pathogens and Disease. Tali indagini hanno coinvolto 250 alunni delle scuole di Padova e Provincia, di età compresa tra i 9 e gli 11 anni. E’ stata valutata l’efficacia di un approccio pratico piuttosto che teorico alla microbiologia, fornendo agli alunni dei questionari sui loro comportamenti abituali e sulle loro conoscenze di microbiologia, sia prima che dopo le lezioni degli esperti. In entrambe i casi è stato riscontrato un miglioramento delle conoscenze, ma il miglioramento più significativo si è verificato in seguito alla partecipazione attiva ad esperimenti che riguardavano la crescita e la conta di batteri di varia origine (aria, bocca, mani lavate correttamente oppure sporche).

La speranza nutrita dai ricercatori che hanno ideato e realizzato questi studi era che i bambini incuriositi dall’argomento e informati in maniera adeguata trasmettessero le conoscenze acquisite anche in famiglia, gettando le basi per una società più consapevole.

Dott.ssa Isabella De Vita
Roma 17 marzo 2014
Associazione Italiana Consulenti di Igiene Alimentare

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