Consumatori in allerta: si riaffaccia l'epatite A

L’allarme diramato dal Ministero della Salute riguarda la ricomparsa dell’Epatite A nel nostro Paese. Dai dati raccolti da 16 regioni d’Italia, infatti, sembra che nel trimestre marzo-maggio 2013, rispetto al trimestre dell’anno precedente, il numero di casi e contagi riguardanti questa patologia sembra aver subito un incremento del 70%. Negli ultimi 20 anni in Italia questa malattia ha avuto un andamento a picchi endemici ripetuti, e la situazione che si sta profilando in questi giorni potrebbe lasciare pensare ad un nuovo picco.

L’epatite virale A è una forma di epatite causata dal virus dell’epatite A (HAV). È un virus a RNA a singolo filamento appartenente alla famiglia dei Picornaviridae e si trasmette quasi esclusivamente per via oro-fecale, generalmente per ingestione di acqua o cibi contaminati. Tra i cibi maggiormente coinvolti vanno da sempre menzionati i molluschi bivalvi (ostriche, cozze e vongole) che filtrando l’acqua possono venire in contatto con residui fecali contenenti il virus e prodotti ortofrutticoli non adeguatamente sanificati. Il virus risulta essere abbastanza resistente, tanto che è in grado di resistere a temperature fino ai 60°, a pH pari a 1, e ai detergenti. Una volta ingerito, il virus penetra attraverso l’epitelio orofaringeo o intestinale e attraverso la circolazione sanguigna raggiunge il suo organo d’elezione che è il fegato. Qui legandosi agli epatociti è in grado di introdurvi il suo genoma e quindi replicarsi. I virioni prodotti vengono espulsi dall’epatociti e riversati nella bile per poi raggiungere le feci.

Nonostante il decorso della malattia sia quasi sempre benigno, non riscontrando per altro quasi mai forme fulminanti o forme croniche e dando solo sintomi di malessere generale, febbre, nausea, vomito e dolore addominale, l’andamento dei contagi viene comunque costantemente monitorata dal Seieva (Sistema epidemiologico integrato dell’epatite virale acuta) dell’Istituto superiore di sanità per quanto riguarda il territorio Nazionale. È a livello europeo però che ci arrivano notizie più precise riguardo questa nuova ondata di epatite A. Infatti, secondo l’Eers (Sistema di allerta rapida della Commissione Europea) esisterebbero due focolai di epatite in questo momento, derivati probabilmente da cause diverse.

Il primo focolaio sembra partire da Paese Nord-europei a causa dell’utilizza di frutti di bosco congelati provenienti da Paesi Extra-europei. Questa nuova “fonte” desta non poche perplessità principalmente perché finora epidemiologi ed esperto non avevano mai indagato su alimenti conservati surgelati. Si sa infatti che il congelamento non uccide il virus ma fino ad ora non era mai stato rintracciato in un prodotto congelato. L’ipotesi più plausibile che si delinea è una contaminazione dell’alimento prima del suo congelamento, quindi all’origine del prodotto. In questo caso si parlerebbe di cattiva prassi igienica nel trattare questi alimenti. I Paesi di provenienza sembrerebbero essere Bulgaria, Serbia, Polonia, tutti Paesi in cui il “Pacchetto Igiene” non è arrivato e neanche seguito.

Corsi per l’HACCPmanuali di autocontrollo e metodi di buona prassi igienica non fanno perciò parte del “bagaglio culturale” legato alla manipolazione degli alimenti. Questo perciò dovrebbe far aumentare i controlli legati a tutti gli alimenti di importazione che quotidianamente entrano nel nostro Paese, in modo da garantire comunque la vendita di prodotti conformi nonostante questi siano stati manufatti in Paesi con normative a tal riguardo diverse dalle nostre. Il secondo focolaio invece sembrerebbe riguarda dei turisti che hanno contratto l’epatite in Egitto, non da un alimento specifico, ma probabilmente da verdure o acqua contaminata. Anche in questo caso si raccomando ai turisti desiderosi di visitare Paesi extraeuropei di informarsi adeguatamente in merito e di seguire comportamenti adeguati in quanto non sempre si ha la possibilità di poter contare sul sistema HACCP come garanzia di sicurezza. Scegliere quindi sempre cibi ben cotti, acqua minerale in bottiglia e verdure cotte, escludendo verdura e frutta fresca, potrebbe rappresentare già una buona norma comportamentale all’estero. Nonostante le ipotesi comunque restano ancora analisi da effettuare per chiarire dubbi in merito a questa nuova “esplosione” di epatite A, le sue cause e le sue fonti.

Dott.ssa Federica Tavassi
Consulente HACCP Roma, 31 maggio 2013
Associazione Italiana Consulenti Igiene Alimentare

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