Blatte e blattelle: breve panoramica sulle specie più diffuse e sui metodi di lotta
Le blatte, comunemente conosciute col nome di “scarafaggi”, appartengono all’Ordine dei Blattoidei, un Ordine molto popolato, costituito da oltre 4000 specie. Sono praticamente ubiquitarie, e si trovano dappertutto ad eccezione delle altitudini elevate (oltre i 2000 m) e alle temperature troppo rigide dei poli.
Hanno un ciclo di sviluppo piuttosto lento e complesso che va dai 6 Mesi della Blattella germanica ai 14 mesi della Supella longipalpa, in cui subiscono almeno 5 o 6 mute. La loro alimentazione è principalmente costituita da composti di natura zuccherina o amilacea, per questo le specie domestiche sono particolarmente pericolose per le derrate alimentari. Inoltre hanno l’abitudine di rigurgitare parte del cibo ingerito e di defecare mentre si alimentano rendendo i prodotti alimentari inadatti al consumo umano, sia per i cattivi odori emanati sia perché le blatte nel loro intestino ospitano svariati microrganismi patogeni, in grado di trasmettere altrettante malattie all’uomo. Tra i microrganismi più frequenti vi sono Pseudomonas aeruginosa, stafilococchi, Enterobatteri, Salmonella spp e micobatteri, mentre tra i parassiti vi sono nematodi e cestodi.
Le specie più diffuse in Italia sono 4: Blattella germanica, Blatta orientalis, Supella longipalpa e Periplaneta americana.
La Blattella germanica è molto piccola (non supera i 2 cm), marrone e molto prolifica. Per le sue dimensioni ridotte è molto infestante, in quanto in grado di nascondersi in ogni anfratto, dagli infissi ai motori dei frigoriferi, dai cassetti alle macchine da caffè. Ha la particolarità di essere in grado di arrampicarsi su pareti lisce e verticali e di prediligere ambienti molto umidi e bui.
La Blatta orientalis è invece un po’ più grande, di colore molto scuro e più lenta della Blattella germanica. E’ meno infestante in quanto ha un periodo di sviluppo più lungo (circa un anno) ed è molto sensibile alla mancanza d’acqua. Per questo motivo predilige ambienti freschi e umidi e si ritrova spesso negli scarichi fognari o nelle cantine.
La Supella longipalpa invece è molto simile alla Blattella germanica, di colore più chiaro, ma non necessità di grande umidità per il suo sviluppo, che infatti si realizza in ambienti asciutti con temperature molto elevate. Anche questa è poco infestante perché ha un ciclo vitale abbastanza lungo (14 mesi) e le ooteche in cui sono contenute le uova sono molto soggette all’essiccamento e al deterioramento. Spesso si trova dietro mensole e scaffali a media altezza.
La Periplaneta americana è invece la più grande delle quattro (fino a 5 cm), con ali ben sviluppate, anche se non utilizzate, e di colore marrone-rossiccio. Colonizza ambienti bui e umidi e si trova attorno agli scarichi fognari, ai tubi dei bagni e nei magazzini delle derrate alimentari.
Come sempre l’aspetto fondamentale della lotta agli infestanti è la prevenzione. Oltre all’igiene imprescindibile negli ambienti in cui si lavorano o si stoccano gli alimenti, è importante anche provvedere a una pronta manutenzione delle strutture, riparando eventuali scollamenti di piastrelle, o alterazioni delle guarnizioni maltate tra le griglie di scolo e il pavimento e riempiendo tutte le crepe o fessure da cui potrebbero entrare gli insetti. Nelle operazioni di pulizia non bisogna assolutamente trascurare le cappe aspiranti, poiché sono un ottimo punto di nidificazione per Blattella germanica e una volta infestate sono difficili da disinfestare in quanto la maggior parte degli insetticidi viene inattivato dalle temperature elevate. Bisogna prestare particolare attenzione anche alle perdite d’acqua o alle vaschette di raccolta dell’acqua di condensa dei frigoriferi.
Esistono tre modalità di intervento in caso di infestazione.
Il primo consiste nel trattare le superfici che si suppone percorrano gli insetti con un insetticida in grado di persistere a lungo. Risulta però inefficace se le superfici trattate subiscono operazioni di pulizia particolarmente profondi.
Il secondo è il trattamento delle fessure e degli interstizi in cui si annidano le blatte con biocidi ad effetto “snidante”, come piretro e tetrametrina.
Infine la terza modalità consiste nell’utilizzo di esche alimentari e insetticidi persistenti attivi per ingestione. Risulta abbastanza efficace nel controllo della Blattella germanica.
Un ulteriore trattamento delle tubature con insetticidi persistenti si effettua con il “termonebbiogeno”, un’apparecchiatura che scalda e vaporizza l’insetticida liquido prima di applicarlo agli impianti.
Dott.ssa Isabella De Vita
Associazione Italiana Consulenti di Igiene Alimentare