Allerta Energy Drink: i rischi per la salute
Come tutte le mode destinate a finire, anche quella degli Energy Drinks potrebbe essere arrivata al capolinea! Le bevande energetiche, diventate un successo commerciale planetario e che non hanno ancora mai registrato battute d’arresto nelle vendite, sembrano essere sotto accusa in diversi Paesi e da diversi punti di vista. Capiamo il perché.
Le promesse dei famosi drinks sono allettanti: bevande energizzanti in grado di diminuire la fatica fisica, migliorare le performance mentali e stimolare il fisico mantenendo la veglia. La fonte di tante promesse sta nella loro composizione.
Nell’elenco:
- l’elevata concentrazione di caffeina (i valori tra 150 - 300 % in più rispetto ad altre bevande contenenti caffeina);
- la presenza di taurina (ammina estratta dalla bile di toro); vitamine B (in quantità superiore alle dosi giornaliere raccomandate);
- il glucunorolattone (prodotto del metabolismo del glucosio). Estremamente popolari tra i giovani (studenti e lavoratori), questi drinks diventano sempre più apprezzati anche in associazione ad altre bevande alcoliche.
Se da una parte, però, esistono ben pochi studi scientifici che testimoniano l’effettivo apporto nutrizionale di questi prodotti, dall’altra sono crescenti i casi di malesseri e ricoveri legati alla loro assunzione. Come si evince dal recente rapporto della Substance Abuse and Mental Health Services Administration (Dipartimento di Salute e servizi per l’uomo, USA), negli ultimi 4 anni i casi in pronto soccorso e di ricovero per l’uso di queste bevande è raddoppiato, con sintomi come: insonnia, nervosismo, palpitazioni, tachicardia, attacchi epilettici, tutti imputabili all’eccessiva concentrazione di caffeina.
Non è da sottovalutare, infatti, il rapporto dose/effetto della caffeina, per cui l’assunzione di 3 lattine di energy drinks equivale a quasi 15 tazze di caffè! L’attenzione, in America, è alta già da un po’. L’anno scorso, infatti, in seguito a 18 morti sospette e 150 ricoveri riconducibili a tali prodotti, la FDA ha avviato una serie di studi scientifici per appurare le reali concentrazioni di caffeina e porvi delle limitazioni, e, secondariamente, per studiare approfonditamente il ruolo e gli effetti della taurina. Nonostante il rapporto causa/effetto tra eccessivo apporto di caffeina e decesso non sia confermato, il rischio per la salute dei consumatori rimane troppo elevato, soprattutto a fronte del consumo crescente di questi prodotti. Anche in Europa l’allerta resta alta. La Francia è stata la prima nel 2001, tramite l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare, a denunciare questi prodotti, definendoli bevande dal limitato interesse nutrizionale e per i quali non è possibile escludere rischi per la salute dei consumatori.
Nel 2006 la stessa Agenzia ribadisce come sia impossibile stabilire un chiaro quadro dose/risposta di tali bevande, rinnovando l’esortazione ad innalzare la soglia di attenzione, approfondendo studi sulla loro possibile tossicità renale e neurotossicità. Dichiara inoltre che, rischi per la salute sono amplificati nel pubblico target di questi prodotti (gli sportivi), in quanto si può incorrere in un esito cardiovascolare avverso se il consumo avviene in concomitanza di intensa attività fisica. In coda alla Francia si esprime anche il Regno Unito (nel 2001), manifestando però parere positivo, a patto che vengano garantite le corrette condizioni di consumo del prodotto.
Nel 2009 anche l’EFSA si esprime con un Opinione Scientifica, basata principalmente sullo studio dei singoli componenti del prodotto. La conclusione è, però, che i composti presi singolarmente o in eventuale associazione fra loro non risultano pericolosi, ma resta ignoto il reale effetto della bevanda nella sua totalità. L’Italia si esprime per ultima, con il parere del Comitato nazionale per la sicurezza alimentare che definisce tali bevande non scevre di rischi per la salute, soprattutto per il bacino d’utenza che coprono (dai 18 ai 35 anni, ma anche tanti adolescenti). Pone l’attenzione anche sull’associazione tra queste bevande e l’alcol, descrivendo come tali cocktails mascherano l’effetto depressivo dell’alcol; portano a disidratazione e ad alterazioni del ritmo cardiaco e delle funzionalità renali. L’unica forma di tutela veramente efficace per il consumatore, quindi, resta: una corretta informazione e una campagna di sensibilizzazione sui potenziali rischi del prodotto, per garantire un uso cosciente e il più possibile privo di rischi.
Dott.ssa Federica Tavassi
Consulente HACCP Roma, 20 gennaio 2013
Associazione Italiana Consulenti Igiene Alimentare